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Spalletti: "La clausola con il Napoli? Avvocati al lavoro"

Interviste     2 Settembre 2023     Fonte: Gazzetta dello Sport

"Spero che il prima possibile si arrivi alla miglior soluzione possibile per le due parti"


Spalletti: "La clausola con il Napoli? Avvocati al lavoro" Il congedo di Luciano Spalletti è il punto di partenza: "Non so se sarò il miglior allenatore possibile per la Nazionale, ma sarò sicuramente il miglior Spalletti possibile". Il nuovo c.t. della Nazionale chiude così la sua presentazione a Coverciano, l'inizio ufficiale della sua avventura azzurra dopo le convocazioni di ieri sera, con una frase ovviamente meditata che vuole essere anche la sintesi dello spirito con cui ha accolto, e vivrà, la sua nomina: "Ho passato molto tempo in questo luogo che è l'università del nostro calcio ed essere qui è un'emozione indescrivibile. Perché il mio è un sogno che parte da lontano, da quando avevo 11 anni e seguivo il Mondiale in Messico: ai tempi le donne cucivano in casa e chiesi a mia mamma una bandiera il più grande possibile per andare festeggiare il 4-3 sulla Germania. Questa bandiera la porterò in campo quando andrò in panchina, sperando di far rinascere quel sogno in tutte le migliaia di bambini che guardano la Nazionale". E' il sogno che ha anche il presidente Gravina. Che ringrazia Zvone Boban per la sua presenza in qualità di direttore tecnico della Uefa e racconta il tempo dell'addio a Mancini ("In pochi giorni abbiamo dovuto affrontare e rimediare a una crisi imprevista. Senza precedenti, per alcune modalità. L'abbiamo fatto in silenzio, con stile, dando la priorità alla maglia azzurra. Non c'è rabbia, ma delusione sì, inutile nasconderla"), prima di spiegare cosa l'ha conquistato di Spalletti: "Sul piano tecnico parla la sua storia, ma quello che mi ha colpito di più è il lato personale, umano. L'identità di Luciano è la sua cifra distintiva. Quando ci siamo visti, la prima volta nei giorni di Ferragosto, mi ha detto: “Presidente, non perdiamo tempo: lei faccia le sue riflessioni, ma non approfitti di me. Io voglio allenare la Nazionale italiana”. Gli italiani non hanno solo un grande allenatore, ma anche una grande persona". Che si è raccontata così.

LA STORIA AZZURRA — "Io cerco la felicità, ma di solito non riesco ad essere felice da solo: la mia felicità è uno specchio, mi rifletto nella felicità degli altri. Per questo Napoli e i napoletani sono stati la mia felicità. E' una cosa da chiarire subito con i calciatori, anche loro devono essere felici di vestire questa maglia. Può essere un test: bisogna urlare la nostra felicità, voglio vedere appartenenza nei confronti di questa maglia. De Rossi ha detto: ho due maglie. Giusto: quella del club la mettiamo sopra quella della Nazionale. In un mondo che consente accesso a tutto, non tutti possono vestire questa maglia. E bisogna restituire quello che la maglia della Nazionale dà, con i comportamenti: su questo non ci sono deroghe. Buffon che è qui con noi oggi, Mazzola, Rivera, Riva, Maldini, Baresi, Baggio, Marcello Lippi che ho sentito in questi giorni e Vialli che sarà sempre con noi nello spogliatoio: loro saranno i nostri spiriti guida, tutta gente che ci ha insegnato la strada. E se qualcuno non capisce, staccheremo per ognuno un pezzo di Buffon, che è bello grosso, e se lo porteranno a casa per capire cos'è l'appartenenza".

L'EREDITÀ DI MANCINI— “Da Mancini eredito una buona Nazionale, che ha vinto 37 partite di fila e un Europeo: ha lanciato molti giovani e scoperto talenti utili. Dobbiamo cancellare assolutamente l'amarezza delle due mancate qualificazioni al Mondiale, prendere le distanze dall'idea di far parte di un calcio minore: non appartiene alla nostra storia. E fare un calcio che piaccia a tutti, che assomigli a una nazione forte come l'Italia”.

LE SCELTE NELLE CONVOCAZIONI— "Non troppi giocatori, un numero giusto, perché già mi dispiacerà dover mandare qualcuno in tribuna. Ci aspettano due partite importanti: servono spessore internazionale, esperienza. E in questo momento è fondamentale anche il minutaggio e la preparazione, per questo non ho chiamato Jorginho e Verratti: a dicembre non aver giocato le ultime tre partite potrebbe essere un vantaggio, a settembre no”.

IL LEADER— “Non basta un solo leader: ci saranno calciatori con più esperienza e meno timidezza, difficoltà caratteriale che alcuni portano in campo. La responsabilità a volte ti schiaccia, ma abbiamo bisogno di prendercene, dobbiamo tutti avere responsabilità. Io senza responsabilità non do il meglio di me stesso, i calciatori devono fare lo stesso”.

IL GIOCO E IL REGISTA— "C'è sempre uno schema di partenza, ma è una cosa liquida: poi bisogna guardare le qualità dei calciatori senza stravolgerle. Vogliamo partire da una difesa a quattro, giocare con quella, e le scelte che ho fatto sono anche in funzione di questo, anche se quasi tutti i centrali giocano a tre. Ma chi gioca a tre si sposa bene con il calcio che voglio fare, che tenta di andare sempre a prendere la palla. Nel calcio contano due cose: pressione e costruzione. Se si pressa bene, si riconquista bene la palla, si imposta meglio per fare la partita che si vuole fare. Ho più di un possibile regista: Locatelli lo fa nella Juve, anche Cristante lo fa in maniera splendida, ieri sera ha giocato una grande partita, ha una fisicità che ti può dare una mano in certi frangenti, schiacciandosi sulla linea difensiva, fra i due centrali per farli sentire più tranquilli. La fisicità è fondamentale nel calcio e il centrocampo è un territorio importante, dove poter costruire tante cose: il nostro è fra i più forti in circolazione. Partiremo con un 4-3-3, se ci servirà più qualità si potrà mettere un giocatore da sotto punta: passare ad un 4-2-3-1 è facile con certe rotazioni”.

IL CENTRAVANTI— "Abbiamo centravanti, non ho chiamato Kean e Scamacca per il loro minutaggio e fra i centravanti metto anche Raspadori, che è più bravo a partecipare al gioco di squadra. In base a chi si sceglie, si punta poi a un tipo di gioco che possa valorizzare le sue caratteristiche. Ma fra i convocati ci sono anche giocatori che possono fare il centravanti, pur avendo giocato sempre in altre posizioni”.

I RAPPORTI CON I CLUB— Conosco le difficoltà che hanno i club con le convocazioni, ma i club devono sapere che il bene della Nazionale è il bene di tutto il calcio italiano: è una cosa che viene restituita. Non dobbiamo mai essere in contrasto. Cercherò un rapporto continuo con gli allenatori, e qualcuno l'ho già chiamato, come ho fatto con alcuni calciatori che meritavano di essere al corrente della mancata convocazione”.

POCHI ITALIANI— “Su circa 570 calciatori che giocano in Italia, solo 150 sono convocabili. Un proverbio indiano dice che non è il dove nasci che rivela la tribù a cui appartieni, ma dove muori. Si possono prendere giocatori anche in altre parti del mondo: non conta solo il documento in tasca, ma la voglia di rappresentare la nostra storia”.

IL NAPOLI E LA PENALE DI DE LAURENTIIS— “Niente mi farà retrocedere dal pensiero di aver preso la decisione corretta, di aver deciso la cosa corretta da fare. Ci sono delle cose da mettere a posto: stanno lavorando avvocati, spero che il prima possibile si arrivi alla miglior soluzione possibile per le due parti”.
I primi appuntamenti sono fissati per il 9 settembre contro la Macedonia a Skopje e il 12 settembre a Milano contro l'Ucraina per le qualificazioni all'Europeo 2024.

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